Tutti i miei peccati (recensione di Giulia Azzolini)

 

Autore: Francesco Jovine

Anno: 1948

 

Nel libro sono racchiuse due storie.

La prima s’intitola “Tutti i miei peccati” ed è una lettera indirizzata a un prete. A scriverla è una donna di nome Nicoletta che cerca aiuto e perdono per la sua situazione difficile, infatti, dopo essersi trasferita a Roma per motivi famigliari s’innamora di un soldato della marina nonostante la grande differenza di età, e con il passare di pochi mesi rimane in cinta. I due si sposano all’improvviso e il soldato, Mario, sparisce facendo perdere le sue tracce dopo poche settimane. La giovane donna, ormai sola, viene aiutata dai suoi genitori e dopo poco, nonostante il periodo di guerra, le cose migliorano tanto da conoscere un uomo e innamorarsi di lui. I due decidono di sposarsi ma devono attendere anni a causa del matrimonio precedente di Nicoletta. Così con l’aiuto di alcuni avvocati e giudici riescono a far passare da disperso a morto il soldato della marina. Le cose sono finalmente perfette, fino a quando Mario si ripresenta alla porta di Nicoletta per ricattarla. Quest’ultima, disperata, prima gli concede alcune somme di denaro e infine passa delle notti con lui. La lettera è quindi una richiesta di aiuto che la donna rivolge non a un uomo di chiesa ma a Dio.

La seconda storia intitolata “Uno che si salva” ha come protagonista Siro Baghini, un ragazzo abituato alla comodità della sua casa in campagna, che studia e lavora come insegnante. Per far risorgere il nome della propria famiglia si trasferisce a Roma per alcuni giorni in modo da ottenere delle certificazioni attraverso degli esami. Arrivato in città però inizia una serie di eventi sfortunati.

Ho trovato questo libro un po’ particolare sotto certi aspetti. La cosa che mi è piaciuta è il fatto che dietro alle storie ci sia una psicologia che ha l’obbiettivo di far ragionare.  Quello che non mi è piaciuto è che in entrambe le storie il finale non è felice, ma forse questo fa parte del messaggio che il libro vuole lasciare al lettore, ossia che la vita non si deve costruire sulle cattive abitudini o sulle menzogne. Infatti in “Tutti i miei peccati” Nicoletta cerca aiuto per la sua situazione che ha contribuito a creare dopo aver mentito più volte. In “Uno che si salva”, invece, ciò che fa declinare la vita di Siro Baghini è la sua pigrizia.

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