Chi è Pellegrino Riccardi

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UN GIUSTO TRA LE NAZIONI
Pellegrino Riccardi, nominato nel 1988 “Giusto tra le nazioni” per aver aiutato, durante la guerra, a rischio della vita, la famiglia di un suo caro amico ebreo, l’avvocato Rolando Vigevani.

Sono 442 gli italiani che hanno avuto il grande privilegio di ricevere questa grande onorificenza dello Stato d’Israele, concessa ai non ebrei che hanno messo a repentaglio la loro vita per salvare persone di religione ebraica. Tra questi, appunto, il giudice Riccardi, che ho avuto il grande onore di conoscere, perché, allora presidente di Tribunale, fu uno dei due testimoni della mia prima povera moglie, Manuela Caselli, in occasione delle nostre nozze, celebrate nel gennaio 1969. Allora conoscevo il giudice Riccardi per la sua fama di grande giudice, di integerrimo presidente del Tribunale di Parma, ma non ero a conoscenza del suo passato eroico che gli avrebbe fruttato poi, 19 anni dopo, nel 1988, l’onorificenza israeliana. Un’onorificenza che prevede anche una singolare e toccante “liturgia”: chi viene riconosciuto “Giusto tra le nazioni” viene infatti insignito di una speciale medaglia con inciso il suo nome, riceve un diploma d’onore ed il privilegio di vedere il proprio nome aggiunto agli altri presenti nel “Giardino dei giusti” presso il museo Yad Vashem di Gerusalemme.
Ma chi era il giudice Pellegrino Riccardi? Nato a Langhirano il 12 dicembre 1905, laureatosi in legge, entrò in magistratura nel 1931, diventò pretore e, dopo alcuni trasferimenti, passò a Fornovo, dove rimase fino al 1949. Fu proprio in quel periodo trascorso a Fornovo come pretore che, a rischio della vita, fece di tutto per aiutare la famiglia dell’avvocato ebreo Rolando Vigevani, un uomo che si era sempre battuto per aiutare i profughi ebrei italiani e jugoslavi e con il quale aveva instaurato un rapporto di fraterna amicizia dal 1928.
Con l’aiuto dell’avvocato Aurelio Candian, infatti, riuscì a far espatriare in Svizzera Vigevani, la moglie Enrica, incinta di quattro mesi e la cognata, ospitando per un po’ di tempo nella sua casa il figlioletto dei Vigevani, Tullo, che dopo alcuni mesi fu ricongiunto con i suoi genitori. Tutta la famiglia Vigevani poi, dopo la Liberazione, si trasferì in Brasile e qui rimase fino al ritorno a Parma, dove l’avvocato Rolando divenne presidente della Comunità Israelitica. Anche altri ebrei di Parma e provincia, oltre a Vigevani, usufruirono dell’aiuto di Pellegrino Riccardi, che continuò, durante la guerra, a mettere a rischio la propria vita per i suoi ideali politici e umanitari. Nell’agosto del 1944 entrò a far parte del CLN provinciale di Parma. Finita la guerra si dedicò all’attività giudiziaria a Parma, in tribunale, prima come giudice della sezione penale e poi come presidente. Per un anno fu anche a Milano come giudice di Corte d’appello.

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