CARLO EMILIO GADDA
GIORNALE DI GUERRA E DI PRIGIONIA
Carlo Emilio Gadda tenne questo diario tra il 24 agosto 1915 e il 31 dicembre 1919
Nell’ottobre del 1917 si trovava infatti in prima linea a Caporetto e venne fatto prigioniero dagli austriaci sulle rive dell’Isonzo. Il «Diario di Caporetto» rende conto di quelle giornate e dell’inizio della prigionia.
FILIPPO TOMMASO MARINETTI
A metà tra autobiografia e mito, racconta in ventinove capitoli le avventure del tenente Marinetti, uno degli animatori della riscossa del fronte italiano contro gli austriaci.
MANIFESTO DEL MOVIMENTO FUTURISTA
Il 20 febbraio 1909 a Parigi Filippo Tommaso Marinetti pubblica sul “Figaro” il Manifesto ( “Le Futurisme”) di un nuovo movimento letterario e artistico, il Futurismo, caratterizzato dalla celebrazione della tecnologia moderna e della guerra come “sola igiene del mondo”.
EMILIO LUSSU
UN ANNO SULL’ALTIPIANO
Lo studente sardo Lussu ha ventiquattro anni quando, in obbedienza a ideali post- risorgimentali, avverso all’autoritarismo degli imperi centrali, fedele ad idealità democratiche, decide d’“intervenire” in un conflitto che lo verrà impegnato a fianco della Brigata Sassari, sul fronte veneto. Si aggiungerà subito, concreto, l’impegno di salvare le popolazioni in fuga nelle pianure venete. Giugno 1916 – giugno 1917, un anno cruciale che precede la rotta di Caporetto. Lussu rievoca il progredire della crisi fino alla vigilia della sua esplosione.
PAOLO MONELLI
LE SCARPE AL SOLE
Mettere le “scarpe al sole”, in gergo degli alpini, significa morire; questa insolita espressione ci viene tramandata direttamente dall’epoca della Grande Guerra, dalla prolifica penna di Paolo Monelli, ufficiale degli Alpini
CARLO STUPARICH
COSE E E OMBRE DI UNO
Volontario nel primo conflitto mondiale, insieme al fratello Giani e a molti altri giuliani, Carlo si diede la morte sul monte Cengio il 30 maggio 1916 per non cadere vivo nelle mani degli austriaci, che lo avrebbero condannato alla forca in quanto traditore dell’Impero. In “COSE E OMBRE DI UNO”, raccolta di pensieri, poesie e e missive dal fronte scopriamo un’anima grande, che si confronta con i temi filosofici e morali più pressanti del momento.
GIANI STUPARICH
GUERRA DEL ’15
Il libro racconta i primi mesi di guerra dell’Italia, dal 2 giugno all’8 agosto 1915, cui Giani e il fratello Carlo partecipano come volontari, posizionati presso Monfalcone. La scrittura di Giani è piana e sensibilissima: i suoni, gli odori, i volti dei compagni, la natura straziata, tracciano un resoconto intenso e penetrante di queste giornate drammatiche. Poco più di due mesi di trincea, il breve periodo che racchiude l’intera narrazione, segnano la completa disillusione dell’autore che, da fervente interventista, comprende sulla propria pelle quanto illusori e letterari fossero i sogni guerreschi suoi e di un’intera generazione di giovani intellettuali.
GIULIO CAMBER BARNI LA BUFFA
Camber Barni cerca di descrivere in questa maniera la condizione materiale e psicologica dei soldati e di raccontare il loro modo di percepire il conflitto. L’accento tematico delle singole poesie non viene infatti posto, pur con qualche significativa eccezione, sulle esperienze o sulle impressioni dell’io narrante, ma piuttosto su quelle della massa dei soldati.
LUIGI PIRANDELLO
BERECCHE E LA GUERRA
La lunga novella si presenta strutturata su due piani fondamentali: da una parte è vista dalla prospettiva del padre d’un combattente della Grande Guerra, Berecche, che in fondo rappresenta l’autore stesso e il dramma dei suoi figli e dall’ altro spiega il suo piano ideologico relativo all’illusione della cultura e l’utopia di rinnovare il mondo con i conflitti, seguendo un modello statico, sclerotizzato.
CORRADO ALVARO
POESIE GRIGIOVERDI
Raccolta di poesie composte fra il 1914 e il 1921. Alvaro insiste, in particolare, sul motivo drammatico della guerra come doloroso distacco del giovane soldato dalla sua terra, dalla famiglia e dalla casa, secondo quella sua tematica, che svilupperà in altre forme, legata alle tradizioni del Sud e alla difficile necessità per l’uomo meridionale di emigrare altrove. Sono queste le poesie di maggiore intensità, per esempio “Il contadino soldato” che confessa di amare il lavoro agricolo e di fare la sua parte in guerra solo per orgoglio di fronte alle donne e ai bambini; “A un compagno”, ove l’Alvaro chiede a un commilitone di portare alla famiglia la notizia della sua morte, non appena sarà avvenuta, ma in termini di consolazione…
GIUSEPPE UNGARETTI
L’ALLEGRIA DI NAUFRAGI
L’allegria di naufragi è la raccolta di poesie più conosciuta e nota di Giuseppe Ungaretti. Riunisce, infatti, al suo interno versi legati all’esperienza diretta della prima guerra mondiale a poesie che ricordano alcuni momenti della vita privata dell’autore. Il titolo dell’opera esprime la gioia che l’animo umano prova nell’attimo in cui si rende conto di aver scongiurato la morte, drammaticamente contrapposto al dolore per essere uno dei pochi sopravvissuti al “naufragio”.
DALTON TRUMBO E JONNY PRESE IL FUCILE
Antifascista e soprattutto antimilitarista, Trumbo scrive questo straziante apologo contro ogni tipo di guerra ispirandosi ad un fatto realmente accaduto. Colpito da una cannonata nell’ultimo giorno della guerra, Joe Bonham perde gambe, braccia e parte del viso, cioè vista, olfatto, udito e parola, diventando un troncone di carne pensante.
ERIK MARIA REMARQUE
NIENTE DI NUOVO SUL FRONTE OCCIDENTALE
Paolo Baumer e un gruppo di coetanei partono volontari per la guerra del Kaiser. Gli insegnanti della scuola dove i ragazzi studiavano, fecero leva proprio su sentimenti come l’orgoglio, la nazione e convinsero questo gruppo di ragazzi a partire. Assolutamente impreparati ad affrontare tutto quello che aspettava loro. Hanno tutti 19 anni e partono spensierati con l’idea di vivere una bella avventura, invece vi perdono prima la giovinezza e poi la vita.
ERNST JUNGER
NELLE TEMPESTE D’ACCIAO
Il diario esordisce con il suo arrivo al fronte nel 1914 e procede di anno in anno, superando snodi fondamentali, come la sua prima battaglia e la sua prima ferita e arrivando infine al 1918, quando ferito per la quattordicesima volta ricevette la stella d’onore Pour le Meritè. Junger si tira fuori da tutte le prese di posizione pro o contro la guerra che è vista come un universo a sé, che trasforma gli uomini in qualcos’altro, al di là del bene e del male.
BOSCHETTO 125
Narra episodi di combattimento e vita di trincea , descrive la campagna tra Piccardia e Artois , i reticolati, i villaggi distrutti, i giardini inselvatichiti e i volti dei combattenti. Lo scontro sanguinoso per un boschetto irrilevante è simbolico di questa logorante guerra di posizione.